buon anno

Chi vide la puntata della corrida dove c'era quel simpatico vecchietto che imitava i rumori?
Lui l'ha pensata proprio bene
!

Vi auguro un buon fine anno e un buon inizio.

uno sguardo a ieri

Sono entrato in possesso di una decina di romanzi della:" Selezione del Reader's Digest".
Tali libri erano stati acquistati da mia suocera,quando era una teenagers e sono datati intorno agli anni '70.
Sapendo che io sono un lettore buongustaio e mi piacciono tali libri ha voluto perciò farmene dono (e la ringrazio moltissimo).
Li sto leggendo con avidità e interesse (per questo motivo e in più anche per il lavoro ,sono un pò assente ultimamente dal blog) e oltre la bellezza dei contenuti,mi ha colpito un particolare.
I cambiamenti che ci stanno modificando i nostri stili di vita,stanno modificando anche la narrativa.
Se conoscete come sono strutturati i romanzi della "Selezione",sapete che in ogni romanzo ci sono più raccolte;ebbene ora mi trovo a leggere una storia di spionaggio politico.
Vi é mai capitato di confrontare un film di "ultima generazione" con un film un pò vecchiotto?
Si "sente" quella differenza di :effetti speciali,suoni diversi,grafica migliore,tutte qualità che ci fanno vedere un film con occhi diversi,si sente il moderno dal passato.
Chi poteva mai immaginarlo che questo "sapore" potevo sentirlo anche leggendo un romanzo?
Quando ho letto nel romanzo :"...erano tutti intenti ad ascoltare il nastro magnetico che riportava la registrazione, ....Collins si era diretto in una cabina telefonica per telefonare, ....aveva aggiustato il mangianastri...",ho "sentito "queste espressioni come qualcosa che ormai non mi appartenevano più.
Mi sono distratto dalla trama del racconto e senza volerlo la mia mente è volata nel passato.
Nella mia memoria mi sono balenati ricordi di me,quindicenne,quando con le cuffie (pesanti un KG.) ascoltavo i miei dischi in vinile.
Ricordi di gite scolastiche in cui si faceva la fila davanti alla cabina telefonica,per telefonare.
Oggi tutto questo è un ricordo,un nostalgico ricordo,ma non credo che noi tutti rimpiangiamo o vorremmo ritornare a quelle condizioni.
Diciamocelo chiaramente:è comodo ciò che la vita moderna ci sta dando,ma volgendo lo sguardo a ieri,si sente quella nostalgia del passato che senza rendercene conto stiamo dimenticando.

per non dimenticare

Stamane mentre facevo colazione con tutta la mia famiglia,la TV era sintonizzata su rete 4.
Stavano trasmettendo un programma che io non conoscevo:linea di confine.
Si parlava del turismo sessuale in Thailandia ed una sua conseguenza,l'AIDS.
La Thailandia offre paesaggi marini bellissimi,e secondo me può essere paragonata agli altri paradisi tropicali.
Ma la caratteristica infamante (suo malgrado) di questa popolazione é il turismo sessuale.
Non voglio addentrarmi in questo ignobile argomento,voglio solo condividere con chi mi sta leggendo il mio stato d'animo di quanto ho visto.
Vedendo il programma sono venuto a conoscenza di una cosa che io non sapevo.
Nei danni all'organismo che l'AIDS fa,c'è anche la cecità.
Vedendo le immagini di bambini ,apparentemente sani,ma che procedevano a tentoni,mi è venuta una stretta al cuore.
I bambini ,vittime innocenti di questo male,destinati a ciò che non oso dire,vengono portati in istituti di accoglienza dalle famiglie che oramai non sanno che fare.
Sono stato colpito da una frase di una volontaria che mi è rimasta profondamente impressa:
-accompagniamo questi bambini fino alla morte.
Fortuna pero' che la medicina sta facendo enormi progressi,e l'AIDS sta per essere "imbrigliato"
ma non dimentichiamoci che questo male ancora esiste.

Il principio attivo del dono


Scrivo questo post con l'intento di sensibilizzare l'animo di chi mi sta leggendo.

In commercio esistono svariati medicinali per curare diverse malattie.A volte un sintomo può essere alleviato con l'utilizzo di un farmaco "x",ma si può usare il farmaco "y" se non riusciamo a reperire al momento,quello prescritto.L'importante è usare il farmaco che contiene il principio attivo necessario a combattere il malore/malessere.Questa analogia potremmo applicarla anche al valore della donazione.Sulla terra ,non sempre la bilancia della vita è equilibrata.Esistono delle situazioni di abbondanza (da un lato) e delle mancanze (dall'altro).Sta alla nostra coscienza equilibrare la bilancia.Pensate ai popoli che vivono dove c'è carenza di cibo,carenza di acqua.Popoli invece che vivono in abbondanza e che non pensano che ciò che si sta buttando,qualcun'altro lo sta cercando.Magari sta morendo o può morire per la sua mancanza.Pensate a quelle situazioni in cui si sta cercando disperatamente una cosa.Ognuno di noi potrebbe fare la propria parte,per sopperire ad un bisogno.Io personalmente sono un donatore A.V.I.S. e devo dire che dopo ogni donazione effettuata vengo pervaso da un senso di benevolenza,di calore,felice di aver aiutato il prossimo e consapevole di aver fatto qualcosa di buono.Ognuno di noi ha il proprio potenziale di generosità;donare,non importa cosa ,è sempre una cosa bella ,è un atto di generosità verso il prossimo.Non bisogna girare la testa dall'altro lato e pensare : "tanto a me che cosa importa?"
Un domani potremmo avere noi stessi bisogno di qualcosa e forse qualcuno starà donando per noi.

verso l'immortalita'

Dicono che vivremo fino a 120 anni,Berlusconi stesso si sta impegnando.
Ma come si fa a fare una simile dichiarazione?
Certo ,le statistiche ci confermano che la soglia dell'uomo con l'appuntamento al camposanto si sta allontanando sempre di più,rispetto ai secoli passati.Se qualche millennio fa si moriva in media verso i trent'anni ,oggi gli scienziati hanno portato tale media a :80 anni ,4 mesi e 26 giorni (l'ho letto sulla repubblica,che ridere).
Gli scienziati scoprono il gene P66 responsabile dell'invecchiamento e si attrezzano per combatterlo.
Gli eletti non siamo noi (io che sto scrivendo e voi che mi leggete) che arriveremo a 120 anni,ma i futuri neonati.
Questa notizia mi fa ritornare in mente un romanzo di Isaac Asimov che lessi in età adolescenziale; poi nei giorni nostri ne hanno fatto un film:"L'uomo del bicentenario".
La trama è a dir poco fantascientifica: narra delle vicende di un robot costruito dall'uomo che con il suo ingegno riesce a poco a poco a diventare un uomo.
Un uomo che per sua spontanea volontà muore sulla soglia dei 200 anni.
Ora io mi chiedo: non è che con la ricerca verso l'immortalità ci trasformiamo tutti in robot?
Le ricerche per combattere le malattie è giusto farle,ma se Dio ci pone dei limiti alla sopravvivenza,perché non accettarli?
Perché desiderare l'immortalità?
Accettiamo il nostro momento quando arriva e non desideriamo l'impossibile. (L'immortalità potrebbe anche essere noiosa)